Aumento di capitale, conferimento a rischio di bancarotta

Aumento di capitale, conferimento a rischio di bancarotta

  • Viola Rattà

Il conferimento dovrà essere restituito se l'aumento di capitale non viene deliberato entro il termine fissato dalle parti o dal giudice. Altrimenti il rischio di fallimento è reale. Lo afferma la Corte di Cassazione della Quinta Sezione Penale n. 39139/2023, presentata il 26 settembre.

Il Tribunale è intervenuto su una prassi generalmente diffusa nella vita di una società per azioni, ossia la ripartizione di diverse tipologie di soci non patrimoniali come mezzo utile a finanziare i fondi necessari al funzionamento della società. Quindi in pratica si parla di versamenti relativi ad un aumento di capitale, quando l’apporto investito viene messo a disposizione della società dopo che l'aumento è stato deliberato, e di versamenti in conto futuro di capitale, quando l’apporto viene messo a disposizione prima dell’adozione dell’aumento.

Secondo il parere della Corte di Cassazione, l'informazione simmetrica sulla situazione finanziaria della società tra azionisti e terzi non può essere ignorata nel caso di un salvataggio effettuato dagli azionisti mediante aumento del patrimonio in un contesto di crisi commerciale. «La ragione per la quale - scrivono i giudici - il conferimento destinato a coprire futuri aumenti di capitale deve essere assoggettato a un termine finale conoscibile anche dal ceto creditorio sta nella considerazione che i creditori confidano nel patrimonio dell’impresa per l’adempimento delle obbligazioni sociali».

Ragionando in maniera diversa, il rischio d’impresa si trasferirebbe dalla società ai creditori e consentirebbe la restituzione senza ragione delle somme pagate per altri motivi.
Occorre, quindi, stabilire il principio secondo cui, in caso di futuri aumenti di capitale, l'esigenza di tutela dei creditori impone «l’individuazione di un termine finale a cui è correlato, in caso di mancata deliberazione dell’aumento, l’insorgenza del diritto di restituzione del conferimento; laddove la restituzione avvenga prima del termine, pattuito o fissato dal giudice, si realizza una distrazione da bancarotta societaria». Tuttavia, se non viene concordata la garanzia dei creditori e il giudice non la richiede, le somme non possono essere restituite, perché mirano a coprire l'aumento di capitale.

La Suprema Corte sottolinea, in relazione alla pratica della combinazione di denaro, i.e. trasferimenti rimesse finanziarie infragruppo, come la sua legittimità dipende dall'esistenza di due circostanze: i trasferimenti devono avvenire quando esiste un accordo preciso riguardante i rapporti infragruppo e l'accordo deve essere collocato secondo la logica del profitto.

 

® Cagnola & Associati Studio Legale
Riproduzione Riservata