Aziende farmaceutiche e diritto penale, un rapporto delicato

Aziende farmaceutiche e diritto penale, un rapporto delicato

  • Filippo Ferri

Quando si parla di “diritto penale farmaceutico”, non sempre si coglie appieno il significato o, per meglio dire, la portata della espressione stessa. In effetti, sarebbe più corretto parlare di profili di rischio penale per le aziende farmaceutiche, per coprire tutte le possibili aree “sensibili” – nel mondo del diritto penale – per una società che opera in quel settore. L’esperienza concreta degli ultimi anni ci insegna che, anche dal punto di vista della magistratura inquirente, questa area è stata e continua ad essere sotto i riflettori degli investigatori. Inutile negarlo: le indagini sulle società farmaceutiche sono frequenti, in alcuni casi persino insistite. Del resto, il mondo del farmaceutico è oggettivamente al centro dell’attenzione mediatica globale – forse mai come prima in questo momento durissimo storico. Sotto quale profilo può essere avviata una indagine? Rispondere non è facile, ma proveremo a farlo sulla base di quanto abbiamo visto concretamente accadere. Sicuramente, in primo luogo, è il tema dei rapporti con i pubblici ufficiali a rivestire particolare delicatezza, in particolare con i medici.

Ancora in maggior dettaglio, davvero sensibile è il campo delle sponsorizzazioni (di eventi scientifici, lezioni per discenti, simposi di medicina, convegni internazionali, ecc.),in cui si crea una inevitabile connessione tra la società farmaceutica (che fa da sponsor),la società provider (che organizza l’evento) e il medico o i medici che fungono da key note speaker (e che spesso sono pubblici ufficiali in altre sedi – e.g., in sede di approvazione o prescrizione di farmaci),con un, altrettanto inevitabile, giro di denaro per coprire le spese degli eventi (rispetto al quale la stessa società farmaceutica non ha sempre completa visibilità). Sia ben chiaro: parliamo di iniziative assolutamente ordinarie e pienamente lecite, le quali, di per sé, non hanno alcunché di irregolare. E tuttavia, la prassi dimostra come, spesso, nelle pieghe dei rapporti tra gli attori prima menzionati, possano nascondersi insidie non di poco momento, specialmente quando, nella organizzazione dell’evento, vengano violate determinate regole (amministrative, contrattuali, di policy interna). Infatti, tali violazioni, in una ottica ex post, vengono sovente interpretate come la prova di accordi illeciti ex ante. Insomma, la regola “guida” deve essere quella della massima scrupolosità e rigidità nel rispetto delle procedure interne (compresi i codici di condotta) e delle leggi che regolano il settore, in quanto persino piccole deviazioni in tal senso potrebbero assumere connotati altamente problematici in un potenziale scenario patologico successivo. Il riferimento è, come è intuitivo, a contestazioni di corruzione o di altri reati contro la pubblica amministrazione, ma anche, ad esempio, di truffa in danno di enti pubblici.


Ma quello fatto è soltanto un esempio. Le società farmaceutiche, infatti, specie se multinazionali, sono continuamente esposte a rischi penali di ogni genere. Si pensi alle ipotesi di responsabilità da prodotto, tema reso quanto mai attuale dalla epidemia da coronavirus e dai correlati problemi legati non soltanto alla somministrazione dei vaccini, ma anche, ad esempio, alla produzione e commercializzazione di appositi dispositivi sanitari di protezione (come le mascherine protettive). E ancora, si pensi allo spinoso mondo delle gare di appalto, in cui le aziende farmaceutiche sono spesso coinvolte. Per non parlare di tutti i casi in cui la società venga sì coinvolta in una inchiesta penale, ma come potenziale persona offesa o danneggiata da un reato.

Cruciale è, per la società farmaceutica, dotarsi del sistema di compliance più robusto possibile. Di conseguenza, fondamentale sarà non soltanto il dotarsi di un valido modello di organizzazione e controllo ai sensi del decreto 231/2001, ma anche che la società sia munita di procedure efficienti e funzionanti, aggiornate, conosciute dai dipendenti. Insomma, mai come per il mondo delle società farmaceutiche la predisposizione di un efficiente sistema di controllo interno non è da intendersi come un “costo”, ma piuttosto come un importante investimento a protezione della società. In dettaglio, grande rilievo riveste – e anche questo è un dato insegnato dalla esperienza concreta – la capacità della persona giuridica di dotarsi di un veloce ed efficiente sistema di audit interno; in altre parole, la capacità di intervenire prontamente, a fronte di segnalazioni di eventi anomali, di condurre investigazioni interne (spesso coinvolgendo professionisti esterni),individuare il problema verificatosi ed assumere iniziative rimediali. Spesso, anche di fronte alla autorità giudiziaria, questi aspetti sono in grado di fare la differenza.


Avv Fabio Cagnola e Avv. Filippo Ferri per Forbes, gennaio 2022

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